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Maschere veneziane, la grande tradizione nelle maschere veneziane

Curiosità

Maschere veneziane

Maschere veneziane
Maschere carnevale veneziane


Durante il carnevale, si indossavano maschere veneziane e costumi che potevano celare l'identità e questo permetteva la cancellazione di tutte le differenze di classe sociale, sesso e religione.
Indossando la maschera, si poteva vivere una nuova identità.
"Buongiorno signora maschera" era il solo saluto usato, a significare che le identità personali erano temporaneamente dimenticate.
Con la pratica sempre più diffusa dei travestimenti per il Carnevale di Venezia è venuto dal nulla e gradualmente sviluppato un autentico commercio di maschere e costumi. Dal 1271, ci sono state segnalazioni di produzione di maschere veneziane e le scuole tecniche per la loro realizzazione.
Dopo la fase di costruzione dei modelli, si procedeva alla realizzazione ed alla finitura, dipingendoli e abbellendoli con dettagli come disegni, ricami, perline, piume e quant'altro. Il cosiddetti mascareri, divennero veri artigiani che producevano maschere con stili e fatture sempre più ricche e sofisticate; furono ufficialmente riconosciuti come professione, con uno statuto del 10 aprile 1436, conservato nello Stato di Venezia.
Un travestimento comune nel XVIII secolo, e ancora oggi si chiama Bauta. Questo travestimento, puramente veneziano è utilizzato da uomini e donne, consiste in una speciale maschera bianca chiamata Larva sotto un cappello tricorno nero e un mantello molto grande e avvolgente scuro chiamato tabarro. La bauta è stato ampiamente utilizzato durante il periodo di Carnevale, come in altre occasioni in cui si volevano garantire l'anonimato totale come un teatro, o in incontri galanti. Per questo scopo, la particolare forma della maschera sul viso assicurata la possibilità di bere e mangiare senza doverla togliere.

Un'altra usanza utilizzata in quei giorni era la Gnaga, semplice travestimento da donna per gli uomini, facili da implementare e di utilizzo piuttosto comune. Si trattava di abbigliamento femminile di uso comune e una maschera da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino. 'interprete si atteggiava a cittadino comune, emettendo un miagolio acuto che suonava beffardo. A volte interpretando un ruolo da miseridordia, accompagnato da altri uomini vestiti da bambini.

Molte donne, tuttavia, indosavano un travestimento chiamato Moretta, costituito da una piccola maschera di velluto nero, indossata con un cappello morbido e vestiti con smalti raffinati. Moretta era un travestimento muto, poiché la maschera doveva essere mantenuta sul viso tramite un sostegno tenuto con la bocca (era anche chiamato cameriera silenziosa).

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